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L’Ultima Cena di Tintoretto, il soprannaturale è reale

Realtà e spiritualità sono elementi che convivono nel dipinto dell’Ultima Cena nella Cattedrale di Lucca, chi la guarda capisce che la verità dell’anima possa essere espressa con un linguaggio realistico, efficace, concreto: questa è la lezione di Tintoretto. Noi Siamo Francesca e Timo di viaggionellitaliano.com  e ti invitiamo a per imparare l’italiano con l’arte insieme a noi.

Timo: Guardando l’opera della nostra conversazione di oggi, mi domandavo cosa mi colpisse così tanto. Sono molti gli elementi che catturano la mia attenzione in quest’opera.

Francesca: Il dipinto è complesso e bellissimo e richiede un’analisi per poterne comprendere i dettagli che contribuiscono alla complessa forza attrattiva nello sguardo dell’osservatore.

Jacopo Robusti detto Tintoretto, Ultima Cena, 1592-1594, Cattedrale di San Martino, Lucca

Timo: Sapevi che la tela è stata dipinta nel 1594?  Tintoretto, il cui vero nome era Jacopo Robusti, l’ha dipinta con il figlio Domenico ed è stata una delle sue ultime opere. Il pittore muore a Venezia nello stesso anno. 

Francesca: Tintoretto è stato un grande maestro del Rinascimento veneziano. Ha saputo mettere insieme la ricerca della prospettiva con una carica espressiva, dovuta a forme e colori che anticipano il Barocco. Credo sia questa forza che cattura l’interesse e lascia incantati.

Timo: Lo chiamavano “il furioso” proprio per il vigoroso temperamento che le sue opere dimostravano. Guadiamo insieme la scena:  il tavolo in una posizione obliqua è esempio della sua ricerca prospettica, gli abiti colorati, le  espressioni e gli atteggiamenti vivaci e espressivi dei personaggi sono sintomo del suo stile incisivo e innovativo.

Francesca: La scelta della nuvola che circondala figura di Gesù è di grande effetto, quasi una porta che collega due mondi, la realtà della cena con gli apostoli e il Paradiso meta delle anime dei fedeli.

particolare di Gesù che dispensa l’eucarestia

Timo:  L’immagine è ricca.  In fondo alla tavola Gesù, che circondato dagli apostoli, sta celebrando il momento dell’eucarestia, o cena santa; tutti i personaggi ruotano tutti attorno alla sua figura, illuminata dalla luce dorata che proviene dalle sue spalle e che rende inutile anche il lampadario in alto. La luce divina prevale su ogni altra fonte, anche i volti delle persone e loro abiti brillano per questo motivo.

Francesca: I colori sono un elemento di forte attrazione e servono per costruire una scena ben equilibrata: il rosso e il blu del vestito di Gesù ritorna degli abiti degli apostoli e degli angeli che scendono dall’alto.

Timo: In questa scena teatrale sembrano prevalere due figure oltre quella di Gesù…

Francesca: Credo che tu ti riferisca a Giuda a alla donna in primo piano, no?!  Ne parliamo subito . Giuda, l’apostolo che tradirà Gesù è in fondo alla tavola a destra, il suo sguardo è distratto, non riesce a partecipare in modo completo perché è impegnato a nascondere la borsa con i 30 denari che ha ricevuto come compenso per il suo tradimento. Poco più in basso una donna allatta un bambino, questa è una figura simbolica, si riferisce al nutrimento e al cibo che per ogni essere umano è necessario per crescere.

Particolare di Giuda
Particolare della donna simbolo di nutrimento

Timo: Allora, come una metafora, lungo la diagonale del quadro possiamo leggere questo messaggio: “ Come il cibo umano è essenziale per la vita terrena, così l’eucarestia data da Gesù è il nutrimento fondamentale della vita eterna”.

Fonti

Immagini del video

Autoritratto di Tintoretto, Public domain, via Wikimedia Commons, https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tintoretto_-_Self-Portrait_as_a_Young_Man.jpg

Autoritratto di Tintoretto, Jim.kovic, CC0, via Wikimedia Commons, https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tintoretto-selfport.jpg

Tutte le altre immagini sono state realizzate dagli autori del blog

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