Il quadro giuditta decapita oloferne di Artemisia Gentileschi
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Artemisia Gentileschi, il talento e il coraggio della pittrice

Videolezione interattiva


Esercizio di grammatica

Francesca: A pochi passi da Palazzo della Signoria a Firenze, si trovano gli Uffizi sede della celebre galleria, apprezzata da milioni di visitatori ogni anno. Il lungo corridoio, ideato da Giorgio Vasari, collegava Palazzo Vecchio, gli Uffizi, sede degli uffici amministrativi medicei, con Palazzo Pitti. All’inizio fu pensato  come spazio personale della famiglia Medici e solo a partire dal 1769 è stata aperta al pubblico.

Timo: Siamo tornati qui per raccontare una storia tutta al femminile, quella di una pittrice talentuosa e determinata, autrice di ritratti di donne forti e coraggiose, proprio come lei.

ARTEMISIA GENTILESCHI, Autoritratto come allegoria della Pittura, 1638-1639, Windsor, Royal Collection

Francesca: Si, oggi introduciamo Artemisia Gentileschi, la celebre pittrice di scuola caravaggesca, capace di accendere le proprie eroine con luci decise e scenografiche, in modo molto teatrale. Eccoci agli Uffizi, davanti al suo dipinto Giuditta che decapita Oloferne.

Timo: I suoi quadri colpiscono per l’uso del colore e delle ombre, per la sua capacità di descrivere in modo realistico le persone e le loro espressioni, per la carica emotiva delle opere, per la forza del colore e delle forme, per l’intensità dei sentimenti.

Francesca: La scena rappresentata è tratta da un racconto delle Bibbia: Giuditta, giovane ebrea di Betulia, riesce a liberare il suo popolo in Giudea dagli assiri di Nabuconosor, grazie all’atto eroico del taglio della testa del capo dell’esercito Oloferne, uomo violento e volgare. Molta critica si è concentrata sul significato psicologico che quest’opera ha assunto alla luce della storia personale di Artemisia.

Timo: Quando il padre Orazio Gentileschi consegnò la figlia al pittore Agostino Tassi per istruirla alla descrizione delle prospettive credo proprio che non avesse avuto il minimo dubbio sull’onestà e l’integrità del collega. Penso che se avesse solo immaginato la possibilità di un pericolo non gli avrebbe mai affidato la figlia.

Francesca: Purtroppo durante uno delle lezioni di pittura, l’uomo abusò sessualmente della ragazza che dovette affrontare un lungo processo per far condannare il suo aggressore.

Timo: Giuditta che uccide Oloferne, quindi,  ci fa subito pensare a quella vendetta che Artemisia deve avere tanto desiderato e che si è materializzata nelle forme dell’arte.

ARTEMISIA GENTILESCHI, Giuditta che decapita Oloferne, ca. 1620, olio su tela, 199×162,5 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi

Francesca:  Osserviamo da vicino la scena : Giuditta, sulla destra, vestita con un abito giallo tiene per i capelli Oloferne mentre ne taglia, con la stessa spada del comandante, la testa. L’uomo è ancora disteso sul letto sul quale si era addormentato ubriaco. Partecipa alla scena brutale anche la serva di Giuditta che tiene fermo il corpo durante l’omicidio. Il sangue schizza, macchiando abiti e lenzuola. L’impressione che si ha è di forza, rivalsa, coraggio e di orrore.

Timo: l’opera è stata concepita tra Firenze e Roma e, nonostante la bellezza, la verità delle forme e delle espressioni e la ricchezza del chiaroscuro, ovvero il rapporto delle ombre e delle luci che definiscono il volume dei corpi, ha faticato ad essere accettata nell’ambiente artistico. L’opera non solo non venne esposta al pubblico, ma Artemisia rischiò di non ricevere il denaro stabilito per il suo lavoro.

Francesca: Solo l’intervento del suo amico Galileo Gailei le permise di essere pagata. Artemisia era riuscita a ottenere un grande consenso tra gli intellettuali dell’ambiente artistico e culturale fiorentino, tanto da diventare l’unica donna che fosse riuscita ad essere ammessa alla prestigiosa Accademia delle arti del disegno a Firenze nel 1620.

Immagini del testo

Artemisia Gentileschi, Giuditta decapita Oloferne Di Artemisia Gentileschi – oQF3gDEYNkutBA at Google Arts & Culture, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=13511423

Autoritratto di Artemisia Gentileschi – Google Cultural Institute, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37146117

Immagini del video

Palazzo Vecchio, foto di Timo Heiskanen

Esterno della Galleria degli Uffizi, foto di Timo Heiskanen

Interno della Galleria degli Uffizi, foto di Timo Heiskanen

Corridoio vasariano, foto di Timo Heiskanen

Palazzo Pitti, foto di Timo Heiskanen

Autoritratto di Artemisia Gentileschi – Google Cultural Institute, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37146117

Artemisia Gentileschi, Giuditta decapita Oloferne Di Artemisia Gentileschi – oQF3gDEYNkutBA at Google Arts & Culture, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=13511423

Ritratto di Orazio Gentileschi, Anthony van Dyck, Public domain, via Wikimedia Commons 

Agostino Tassi, L’imbarco dell’imperatrice Agrippina, “IMG_3808 Agostino Tassi 1587-1644. Rome L’Embarquement de l’Impératrice Agrippine ( ?) Embarkation of the Empress Agrippina (?) Nantes Musée d’Arts.” by jean louis mazieres is licensed under CC BY-NC-SA 2.0

Artemisia Gentileschi, Autoritratto come martire, Public domain, via Wikimedia Commons. https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Artemisia_Gentileschi_Selfportrait_Martyr.jpg

Ritratto di Galileo Galilei di Justus Suttermans, Public domain, via Wikimedia Commons, https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Justus_Sustermans_-_Portrait_of_Galileo_Galilei_(Uffizi).jpg

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