Amor Sacro e Amor Profano di Tiziano, il colore della vita
Videolezione interattiva
Esercizio di grammatica
Francesca: Il nostro viaggio nell’arte e la cultura italiana continua oggi alla Galleria Borghese, a Roma. Parliamo di un’opera di Tiziano Vecellio, il famoso pittore della scuola veneta del Cinquecento: andiamo a osservare da vicino il suo Amor Sacro e Amor profano. È un capolavoro di grazia e di colore che sembra non aver svelato ancora tutti i suoi segreti. Chi lo guarda ne apprezza le forme morbide e sensuali e il colore, non a caso i maestri veneti erano famosi per il cromatismo, ovvero la preferenza dell’uso del colore, in opposizione, in una sorta di competizione, con gli artisti fiorentini che sostenevano il primato del disegno, del contorno.

Timo: Sì, sì, ma prima di addentrarci nei dettagli, facciamo una scheda dell’opera…La tela, alta 118 cm e larga 278 cm, è stata dipinta con la tecnica della pittura ad olio e si trova nella Sala di Psiche all’interno della Galleria Borghese. L’artista è Tiziano Vecellio, come già detto, più noto come Tiziano, che è stato maestro del tonalismo.
Francesca: Ah, già il tonalismo! Magari ne riparleremo a proposito di Giorgione e la sua tempesta, altra opera misteriosa. Il tonalismo, viene anche definito pittura tonale, spieghiamo di cosa si tratta: il pittore crea le figure, i corpi, i paesaggi usando solo il colore: strato dopo strato (come si farebbe creando una torta!), le diverse pennellate generano il colore desiderato, senza contorni con un effetto molto naturale. Ma ci ritorneremo su…
Timo: Magari! Mi piacerebbe approfondire l’uso del colore dei maestri veneti del Cinquecento! Senza dubbio questo capolavoro di Tiziano è l’esaltazione massima del colore: il rosso, il bianco, il verde… tutto sapientemente dosato e orchestrato.
Francesca: L’opera è enigmatica, misteriosa e indecifrabile nel suo significato e nei personaggi: chi sono le due donne? Dove è ambientata la scena? Chi è il bimbo che immerge una mano nella vasca? A questi interrogativi hanno cercato di rispondere molti critici e studiosi, ma senza arrivare a una interpretazione definitiva.
La scena è dominata dalle due donne in primo piano: quella a sinistra ci guarda negli occhi e indossa un abito di raso bianco che lascia comparire una manica rossa ed è chiuso da una cintura decorata da una fibbia d’oro; la donna a destra, coperta in parte solo da un drappo di raso rosso, guarda la compagna che le somiglia molto, e indica il cielo con una fiaccola nella mano sinistra.


Timo: Due donne così somiglianti… magari sono sorelle o potrebbero essere la stessa persona rappresentata due volte!?
Francesca: Sì, le ipotesi sono tante, ma continuiamo la descrizione: le due sono sedute su un sarcofago di marmo, decorato con un bassorilievo, un putto, ovvero un bambino nudo, rimescola l’acqua con una manina. Osserva bene: il sarcofago sembra diventato una fontana! Vediamo uscire l’acqua da una cannella bronzea tra i rilievi.
Timo: Da sarcofago, monumento funebre, a fontana sorgente di vita! Sembra di passare da un’idea di morte a una di nascita. Interessante!
Francesca: Le nostre due donne, belle e floride, sembrano splendere: ricordiamo l’uso magico del colore di Tiziano. Sul fondo, subito dietro la donna vestita, compaiono una coppia di conigli e un cavaliere diretto verso una città con un castello; a destra, alle spalle della donna seminuda, un lago con un’altra cittadina e cacciatori e un gruppo di pecore con un pastore. È un paesaggio delicato, sereno con dolci colline che ricordano la natura del Veneto, la regione di Tiziano, un contesto delicato e pieno di vita.
Timo: Bellissimo! Rimane, però, la nostra domanda aperta: che cosa significa tutto questo? Allora, mi sono documentato: sembra che l’opera sia stata un dono nuziale, un regalo per un matrimonio difficile, che doveva essere addolcito da un regalo speciale. La bellezza che ammorbidisce i cuori! Niccolo Aurelio, uomo politico veneziano, nel 1509 aveva mandato a morte Bertuccio Bagarotto, padre di Laura Bagarotto, la futura sposa. Questo è il motivo per cui morte e vita convivono in questo dipinto. Gli elementi dello sfondo rimandano al tema nuziale, pensiamo ai conigli che sono simbolo di fecondità.

Francesca: Allora, adesso proviamo a svelare il mistero delle due donne: come ci dice il titolo dovrebbero rappresentare le due varianti dell’amore, quello sacro e quello passionale. Sono le due virtù della sposa, la castità e la sensualità, e Cupido immerge la propria manina nella fontana per la creazione di un giusto equilibrio tra gli opposti . Questa ipotesi sembra andare benissimo con la cultura veneziana del tempo, poiché il problema di conciliare passione e spiritualità era di grande moda nei salotti intellettuali del periodo.
Immagini
Tiziano Vecellio, 1515 circa, Amor sacro e Amor profano, Galleria Borghese, Roma – By Titian – Tiziano – Amor sagrado y Amor profano galleriaborghese.beniculturali.it, [http://www.uv.es/mahiques/ENCICLOPEDIA/TIZIANO/AmorSacroProfano.pdf 1AMOR SACRO Y AMOR PROFANO] uv.es/mahiques and Tiziano: Amor sacro y amor profano 1515-1516. 118 x 279. Oleo sobre lienzo. Galleria Borghese, Roma. cv.uoc.edu, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15588281
Di Tiziano Vecellio – Web Gallery of Art: Immagine Info about artwork, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14911620
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